lunedì 16 novembre 2009

sempre allo stesso momento

. . . . facendo tutto allo stesso momento come fanno sempre gli italiani, lui, come altri ventimila italiani, caricherà la macchina all'inizio di agosto per affrontare un viaggio di settecento chilometri sotto un sole infuocato con lunghe code di traffico ad ogni pedaggio.


Parks, Tim. Italian Neighbours: An Engishman in Verona. Vintage. 1992 (2001). Pagine 300.


. . . . doing everything at the same time as they always do, he and twenty million other Italians will load the car in early August to face a seven-hundred kilometre drive in blazing sunshine with miles of tailbacks at every toll booth.


Questo è stato il primo libro sul genere che ho letto. Credo che quando ho sottolineato quella parte pensavo che tutto ciò assomiglia molto a come fanno gli americani. Per esempio, quando ero studentessa universitaria a Washinton DC e sono dovuta andare a New York per "Thanksgiving" o il 24 dicembre per Natale, mi ricordo bene quanto tempo sono rimasta bloccata nel traffico in autostrada nel New Jersey che era diventata come un grande parcheggio, oppure come ho viaggiato in treni così pieni che sono dovuta rimanere in piedi nel corrodoio per cinque ore. Okay, c’è una somiglianza fra l’inizio d’agosto in italia ed il Thanksgiving o il 24 dicembre negli stati uniti.


Addesso capisco che se gli italiani fanno tutto allo stesso momento non vuol dire solo che viaggiano tutti lo stesso giorno (come fanno anche gli americani). Penso che questo esempio non basti a spiegare quanto ciò sia vero nella vita quotidiana italiana.


Mi sembra che in generale gli americani preferiscono credersi individualisti e molto indipendenti, se non in quello che fanno, almeno nel quando le fanno le cose. Forse questo è molto di più per i New Yorkesi. Ci sono tante cose che possono fare quando vogliono: fare la spesa, andare in palestra, mangiare al ristorante. C’è qualche commerciante sempre aperto, ventiquattro ore al giorno ogni giorno. E loro fanno tante cose su internet che è sempre “aperto”. In realtà ci sono momenti, a causa del lavoro e della scuola, in cui ci sono più persone che in altri. Ma, è un lusso potere fare le cose fuori orario normale.


Poi ho capito che all’inizio mi sembrava che tutti fanno le cose allo stesso momento perchè io faccio le cose da americana e loro le fanno da italiani: solo che abbiamo due culture differente. Ma qualche volta mi sono accorta che, anche se sarebbe facile evitare la folla, i romani non cambiano le loro abitudini.


Quando gli americani fanno le cose allo stesso momento, credo che sia perchè non c’è una possibilità di farle prima o dopo, a causa del lavoro, della scuola, della data fissa per una festa. Prima pensavo che gli italiani si comportassero come gli americani, e mi sembrava strano solo perchè i momenti giusti per fare le cose erano differenti a causa della cultura . . . ma credevo che erano dettati dagli impegni. Addesso ho cominciato a capire che gli italiani fanno tutto allo stesso momento non solo perché devono. Si lamentano delle folle e delle file, ma forse anche questo è una parte dell’abitudine. Si lamentano ma continuano a fare lo stesso, senza provare a cambiare niente. Perché? Non lo so. Secondo voi, ho ragione? Aiutatemi, vi prego!

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