sabato 21 novembre 2009

Uno stereotipo o realtà?

. . . . gli italiani possono sopportare qualsiasi cosa sempre che possano parlare. Ed inoltre il loro modo preferito è tutti allo stesso tempo e ad un volume che [noi americani] riserviamo solo per dire a qualcuno che l’edificio è in fiamme.


Doran, Phil. The Reluctant Tuscan: How I Discovered My Inner Italian. n.p.: Gotham, 2006. Pagine 92.


. . . . Italians can endure anything as long as they can talk. And their preferred way is everybody at the same time and at a volume we usually reserve for telling somebody the building’s on fire.


Ho letto questo ed ho pensato: E’ vero che che è venuto e vissuto qui in Italia? Perchè per me questo pensiero riflette più un nostro stereotipo sugli italiani che una cosa che ho effetivamente riscontrato qui in Italia. Non ho dubbio che questo è successo per Phil Doran. Non voglio dire che è una bugia, ma solo che vivendo qui da cinque anni ho imparato che questo, almeno nella mia vita qui a Roma, non si è dimonstrato vero.

Nella trattoria affollata, sì, certo sentirai delle voci. Ma questo è più come un ronzio basso se tutti sono italiani. Se ci sono degli americani questo rumore di sottofondo può diventare il coro di una brutta opera “Se non ci avete notati, siamo stranieri! E proviamo a distinguerci invece di essere sottilli, non so perché!”

Secondo la mia esperienza, Phil Doran ha detto il contrario di quello che succede qui in Italia. Nello spazio pubblico quando un italiano usa una voce più forte degli altri indica che sta succedendo una cosa grave: un’ingiustizia (spesso fatta da un motociclista ad un autista, o vice versa), o un’emergenza come un’incendio o un’incidente.

Voglio dire che secondo me Phil Doran ha fatto due errori in questa citazione. La prima è che quando ci sono tanti italiani che si trovano insieme in uno spazio comune non è vero che parlano di più o con le voci più alte degli americani. Secondo me aspettano in silenzio o parlando a voce bassa. Invece gli americani cominciano a parlare con le voci più alte, sia se sono a casa che negli spazi comuni.

Il secondo punto sbagliato, per me è che la voce che gli americani usano per annunciare una cosa come un’incendio è il tono di voce normale per gli italiani quando chiacchierano. Vi presento un’esempio dei miei dati. Da anni vado alla scuola elementare di mia figlia per riprenderla dopo scuola. C’è uno spazio fra il parcheggio e le scale da cui i ragazzi escono. In questo spazio le mamme (e anche qualche nonna, papà e nonno) aspettano insieme i loro ragazzi. Ho sentito mamme che urlano ai bambini, ma normalmente succede solo quando il figlio o la figlia sta facendo dei capricci e quando sta superando i limiti della sfera comportamentale accettabile per i bambini, ed entra in quella della brutta figura . . . okay, a questo punto la mamma può urlare ‘Basta! Andiamo!” Ma all’infuori da questo caso, penso che non ho quasi mai sentito una mamma urlare il nome di suo figlio, figuriamoci poi una frase come “Vuoi fare merenda al bar?” o “Hai preso tutti i libri necessari per i compiti di stasera?”. Quando la mamma urla “Basta! Andiamo!”, lei sta vicino alla figlia. Invece, quando sono appena arrivata mi sembrava molto normale di urlare una cosa tipo “Vuoi fare la merenda qui?” o “Hai dimenticato la tua felpa?” da un lato all’altro di questo spazio di fronte alle scale della scuola.

Non mi ero ancora accorta che ho imparato a non fare più così, fino all’altro giorno. Ho lasciato mia figlia a scuola. Lei è scesa dalla macchina ed ha camminato verso le scale della scuola media. Ho visto che sul cruscotto al lato passeggero c’era qualche libro che lei aveva dimenticato. Per fermarla prima di entrare a scuola ho aperto lo sportello e urlato il suo nome. Ma solo il suo nome, solo una volta, e in vano. Mi sono sentita sbagliata, come se stessi facendo una brutta figura. Ho parcheggiato la macchina, preso i libri, camminato verso scuola, salita al terzo piano, chiesto il permesso per entrare nel corrodoio, trovato mia figlia e dato i libri. Penso che il mio metro di valutazione in questa situazione è cambiato molto negli ultimi anni. Prima sarebbe stato normale urlare un po’ più forte e non solo il suo nome, ma anche una frase, invece di buttare 10-15 minuti del mio tempo per portarglieli. Ora, ovviamente, per una cosa come i libri dimenticati? Non merita che si urli in pubblico!

Mi sto ipercorreggendo? Forse si, perchè quando urlo io non è la stessa cosa di quando un’italiana urla. Non mi va di farmi guardare da tutti se non per me stessa, almeno per mia figlia. Se fossi italiana potrei giustificarmi, e chiarirne il perché. Siccome sono straniera, non mi sento sicura di poterlo fare e non mi va di farlo in pubblico. Preferisco ipercorreggermi che sottocorreggermi.

La cosa che trovo interessante è: perché questo stereotipo sugli italiani esiste per gli americani? Ora esiste. Quando loro arrivano qui è sono sicura che non e difficile di riscontrare che questo è vero. Perchè non è facile notare le cose che non succedono ma solo quelle che accadono. E’ sufficiente sentire urlare una persona durante l’arco di una vacanza per pensare che lo stereotipo è confermato.

Ma da dove viene questo preconcetto? E’ possibile che gli italiani che sono immigrati negli Stati Uniti in generale erano tra i più strilloni degli italiani dell’epoca? Di conseguenza, l’Italia è diventata più “bella” nel senso della figura, mentre in questo senso gli Stati Uniti sono diventati più “brutti”? E lo stereotipo riflette la reazione degli americani a questo fenomeno???

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